lunedì 16 maggio 2011

Il Falso mito della "Qualità volontaria"



La certificazione di qualità a fronte di una Norma ISO rappresenta uno standard applicato e riconosciuto in oltre 200 paesi nel mondo.
Tuttavia – in Italia – essa è considerata ancora un “sistema” volontario, affidato al buon senso e alla lungimiranza dell’imprenditore “illuminato”.
In realtà questa interpretazione – quanto mai forzata e di comodo – è quanto di più lontano dalla realtà odierna!
Infatti basta guardare come le grandi aziende si comportano nei confronti dei loro “fornitori” per capire immediatamente come stiano le cose.
Tutte le grandi “organizzazioni” hanno un SGQ (Sistema Gestione Qualità) certificato secondo uno standard ISO (aziendale, ambientale, di sicurezza, di responsabilità sociale, ecc) e di conseguenza, per rispondere ad un espresso dettato delle norme, devono qualificare i propri fornitori secondo dei parametri misurabili.
Il primo e più importante di questi è la certificazione di qualità!
Cioè: se vuoi essere mio fornitore (collaboratore, sub appaltatore, collega, ecc) DEVI possedere uno standard che “colloqui” con il mio, così da avere obiettivi aziendali comuni e ridurre – entrambi – le problematiche legate ad una cattiva gestione dei processi.
Gli esempi che si possono riportare sono infiniti:
▪ Nel settore sanitario le ASL richiedono ai laboratori d’analisi una certificazione ISO, sia per continuare ad avere le prestazioni convenzionate che per ottenere l’accreditamento Regionale (si veda il caso della Regione Abruzzo);
▪ Nel settore della formazione professionale le Province e le Regioni “filtrano” gli Enti sulla base della certificazione ISO 9001, oltre che su parametri strutturali;
▪ Le grandi aziende di Stato utilizzano come fornitori soltanto chi sviluppa un sistema gestione qualità conforme agli standard internazionali;
▪ Per garantire la completa sicurezza (amministrativa e legale) dell’impresa, è stata implementata una norma, la cui riconoscibilità è sancita anche da uno sgravio previsto dall’INAIL (la OHSAS 18001);
▪ Per poter accedere a Bandi pubblici e finanziamenti (da quelli locali e quelli Comunitari) la certificazione ISO rappresenta un “punteggio premiante”.

Ecco che – quindi – la QUALITA’ è la vera e unica leva differenziale rispetto ai competitor e nei confronti della propria committenza, a monte e a valle.
Inoltre – come accaduto anni fa per la Sicurezza con l’avvento della Legge 626 – quando tutte le aziende saranno costrette per legge a certificarsi, i costi subiranno un’impennata esponenziale!
Meditate imprenditori…..meditate!


Dr Roberto Ardizzi

Studio di Consulenza sistemi gestione qualità e sicurezza